III Parte

Personaggi illustri, scienziati, filantropi

 

Naturalmente da una cittˆ non vengono ricordati solo gli eroi, i protagonisti di azioni militari pericolose, in cui hanno offerto la vita per la patria, ma anche eroi di pace, che hanno donato le loro ricerche scientifiche per il bene comune.

Un avellinese luminare della scienza, Luigi Amabile (1828-1892), medico, docente di Anatomia Topografica e Direttore della cattedra di anatomia patologica presso lĠUniversitˆ di Napoli, deputato al Parlamento,  ricordato con la seguente epigrafe scritta dal letterato Vito Fornari e posta su Palazzo De Peruta

 

 

Un altro grande irpino fu Umberto Nobile (1885-1978), ingegnere di Lauro, trasvolatore del polo artico, per le cui trasvolate  fu apposta il 26 settembre 1926  una lapide sulla facciata della Prefettura. Sono note le sue imprese e le vicende, che ne susseguirono, che qui appena accenniamo. Il 23 maggio 1928 Nobile al comando del dirigibile Italia prepar˜ una seconda spedizione al Polo Nord dal carattere marcatamente scientifico. Il dirigibile durante una violenta tempesta si schiant˜ sul ghiaccio, dove si salvarono dieci uomini con le attrezzature di bordo, parte dei viveri e la famosa tenda, che fu colorata di rosso con lĠanilina come punto di riferimento per i soccorsi. Una spedizione internazionale riusc“ a raggiungere i superstiti e a portare in salvo per primo Nobile, ferito ad un braccio e ad una gamba, con un piccolo aereo svedese comandato dal tenente svedese Lundborg. Non fu possibile salvare gli altri perchŽ, quando il pilota ritorn˜ a prenderli, precipit˜ egli stesso rimanendo a sua volta imprigionato tra i ghiacci. Nobile, tacciato di vigliaccheria dal movimento fascista e accusato soprattutto da Italo Balbo, ministro dell'Aeronautica, di aver abbandonato i suoi uomini, fu costretto a dimettersi da tutte le cariche. Solo dopo la fine della seconda guerra mondiale il giudizio della commissione d'inchiesta fu sovvertito e Nobile venne riabilitato e promosso al grado di generale.

 

             File source: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Umberto_Nobile.jpg

 

 

La cittˆ  volle ricordare anche cittadini comuni, che mostrarono coraggio nella vita civile o per lĠattaccamento al proprio dovere, come il giovane ufficiale postale Giuseppe Piemonte di Mercogliano, sorpreso e ucciso da due rapinatori, mentre svolgeva il turno di notte nellĠufficio di Udine. Sulla facciata del palazzo delle poste una lapide esalta il suo sacrificio.

 

 

Avellino ha voluto onorare la nobile figura di due avellinesi insigni con lĠapposizione di lapidi sulla loro casa natale: il latinista e filologo Enrico Cocchia (1859-1930), nato in via Triggio, e il senatore Alfonso Rubilli (1873-1960), benefattore della cittˆ, nato in corso Vittorio Emanuele, n. 28-30 ricordato nel cinquantenario della morte

 

                

 

Una lapide sulla scala dellĠedificio della biblioteca provinciale di corso Europa  dedicata alla sig.ra Adele Solimene Capone, che con la sua donazione di 30.000 volumi raccolti dal marito Scipione e dal figlio Giulio  fece sorgere nel 1913 la biblioteca.

 

 

NellĠandrone del giˆ ricordato palazzo de Conciliis una lapide ricorda la nobildonna Michelina de Conciliis, che don˜ il palazzo allĠamministrazione dellĠOspedale perchŽ fosse adibito a opere di pubblica utilitˆ destinarlo  allĠassistenza della maternitˆ e dellĠinfanzia. 

Dopo il restauro per i danni del terremoto del 1980 il Comune lo trasform˜ in Casa della cultura accogliendovi lĠArchivio storico comunale, il centro ÒGuido DorsoÓ e varie associazioni culturali.

 

 

 

 

Durante il cosiddetto decennio francese (1806-1815) fu costruito al Largo dei Tribunali il Teatro Comunale, che venne inaugurato nel 1817 col nome di Ferdinandiano. A ricordo fu apposta una lapide con la seguente iscrizione latina di Giovannantonio Cassitto, di cui fornisco la traduzione: "AffinchŽ lo splendore della cittˆ di Avellino  rifulga maggiormente, Costantino De Filippis, Intendente della provincia irpina dei Sanniti, port˜ a termine e inaugur˜ il 31 maggio 1817 il teatro iniziato con denaro pubblico e dal nome di Ferdinando, re delle Due Sicilie P.F.A., denominato Ferdinandiano affid˜ all'eternitˆ con questo solo ornamento". Il teatro fu abbattuto nel 1925 e al suo posto sorse il Palazzo Sarchiola. La targa marmorea fu salvata dopo la demolizione e collocata su una parete dellĠatrio con la scritta : A RICORDO DEL TEATRO/ DEMOLITO NEL 1925.

 

       

 

Oggi finalmente dopo unĠattesa di quasi un secolo Avellino ha il suo nuovo teatro, intitolato al principe madrigalista Carlo Gesualdo, costruito in piazza Castello durante lĠamministrazione Di Nunno e inaugurato il 1 ottobre 2002 in occasione della visita ad Avellino del Presidente della Repubblica Ciampi, come ricorda la targa nel foyer del piano terra, dove sono citati gli architetti Aymonino e Aurigemma.

 

Uno degli edifici pi danneggiati dal sisma del 1980 fu il Palazzo Caracciolo, eretto tra il 1708 e il 1710 dalla principessa Antonia Spinola, moglie di Marino III Caracciolo, come nuova dimora dei principi di Avellino, diventato nei secoli scorsi sede del tribunale. Dopo un lungo restauro, che ha restituito alla cittˆ il pi prestigioso palazzo come sede della Provincia furono apposte nel cortile due lapidi a cura dellĠAmministrazione Provinciale e dellĠAccademia dei Dogliosi.

          

Gerardo Pescatore

 

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